lunedì 16 settembre 2013

Le telenovelas sud americane






Polpettosi precursori delle moderne soap opera, i fulleton televisivi sud americani hanno spopolato impazzando su ogni canale per tutti gli anni '80, tenendo incollate allo schermo centinaia di migliaia di donne casalinghe e lavoratrici, madri, mogli, single e adolescenti.
Nonostante il ridicolo di fondo che le ha caratterizzate, sono forse uno dei più imponenti fenomeni mediatici del ventesimo secolo e questo credo che riassuma tutto il senso di un secolo di merda.
Comunque

Io ne visto tipo un centinaio, quindi sono espertissima e posso tracciarne un profilo medio, 
spiegando anche il perchè del loro notevole successo: non c'era un altro cacchio
da vedere in tivvù. Italia uno non aveva ancora iniziato a trasmettere teen ed action movie,
lo schermo televisivo non esplodeva a raffica grazie all'A-team, Brooke non aveva ancora
iniziato a farsi i maschi Forrester e nessuna famiglia americana con tre figli ci stava raccontandola sua vita quotidiana
Or dunque, si era preda di stè telenovelas che avevano una trama interessantissima: c'è la protagonista che passa un sacco di guai ma alla fine riesce a sposare uno bello e ricco
La storia come vedete è molto intrigante

Caratteristiche della protagonista:


  • Nome mancante di una consonante (es Mariana, Gabriela ecc)
  • Povertà congenita o acquisita (in seguito a perdita del patrimonio familiare)
  • Virtù e pudicizia, anche quando a metà della storia si ritrova gravida e non sposata


In genere la protagonista viene mandata a servizio in qualche casa di ricchi dove c'è
il figlio dei padroni che è bello e anche un poco stronzo ma di fronte al grande candore 
e bontà d'animo della protagonista si redime e la ama subito. Oppure la protagonista sta orfana in un convento a cucire oppure in una baracca a piantare contone comunque la situazione è la stessa: lei viene in contatto con la famiglia ricca dove incontra il bello e stronzo. L'amore tra i due viene sempre ostacolato dai seguenti elementi:


  1. iniziale virtù e pudicizia della protagonista che vede nel bello e ricco il demonio e teme che lui la voglia solo prendere in giro
  2. Pregressa fidanzata del bello et ricco (detta l'antagonista)
  3. Schifo della madre di lui per la protagonista


Caratteristiche dell'antagonista:


  • fidanzata o aspirante tale del bello e ricco
  • Modo di vestire consono al 20 secolo (no grembiuloni, capelli di parrucchiere, trucco)
  • Cattiveria innata e spiccata tendenza a manipolare gli altri come fossero giocattoli


In genere l'antagonista riesce a separare i due innamorati per buona parte delle puntate centrali  del polpettone, alcune volte facendosi addirittura sposare.
Possono a questo punto accadere tre cose:


  1. il protagonista ha un incidente e perde la memoria
  2. l'antagonista ha un incidente di cui ha vera o falsa responsabilità il bello e ricco e lui quindi la sposa per senso di colpa 
  3. Un equivoco mortale e palesemente raffazzonato separa i due innamorati e lui sposa l'antagonista per disperazione


In genere, al momento in cui si lasciano, la protagonista è incinta ma non fa in tempo
a dirlo al bello e ricco che quindi non sa che il bambino è suo
Mentre il bello e l'antagonista si sollazzano nel matrimonio, la protagonista virtuosa ma con la panza gravida viene accolta dall' UOMO BUONO, ovvero uno dei personaggi maschili segretamente innamorato della protagonista ma che non ha il coraggio di confessarle i suoi sentimenti, quindi la ospita  e le da vitto e alloggio gratis perchè è di buon cuore e la protagonista che è stupida forte ci crede
L'UOMO BUONO ha spesso una famiglia chiassosa e volgare che vuole bene alla protagonista e la accoglie come una figlia e trattano il bambino illegittimo come un nipote ma poi subito sono comprensivi e capiscono quando la protagonista se ne torna tra le braccia del bello e ricco verso la fine  della storia

THE END

P.S. ci sono delle varianti sul tema tipo: la protagonista prima sposa il bello e ricco e poi passano un sacco di guai
la protagonista ha un torbido passato ma cmq sempre sfigata per es: è stata in prigione per un delitto che non ha mai commesso. 
Ma comunque stiamo là

5 commenti:

  1. A Napoli queste non si chiamano ne telenovelas , ne soap opera ne situation commedy, ma : "A Puntat" (la puntata), queste amenità che strizzavano i coglioni e martorizzavano i fratelli delle adolescenti dell'epoca(scusate piccole ripicche familiari dovute ad anni di rotture di coglioni che sembravano non finire mai anche perchè finiti gli ani 80 arrivò beautiful e dovreste immaginare un 14enne in campeggio che tutti i pomeriggi non solo doveva assolutamente tacere per quella stramaledettissima mezz'ora ma doveva poi evitare d far vedere la propria noia alle ragazze che non facevano altro che decantare questa ancora oggi minchiatissima)che stavo scrivendo? a si A puntat si definiva così quell'amenità perchè le stesse ragazze che la vedevano se ne vergognavano e dunque non pronunciavano il titolo o i protagonisti della vicenda ma diccevano oggi aggia vedè A Puntat!!! bene adesos posso confessare che non solo sapevo di che straminchiata arlavate voi adolescenti assurde ma che credevo che Grecia Clmenares fosse come la madonna essendo sempre incinta, ma non trombando mai.
    P.S. Scusate ma erano anni che volevo dirlo a punzy

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    1. non ti rispondo nemmeno, devo andare a vedere a' puntat e ogg

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  2. Mi si consenta un piccolo appunto: chiamasi soap opera uno sceMeggiato televisivo statunitense ch'è diretto discendente degli scemeggiati radiofonici dell'inizio del secolo scorso: Sentieri, per dire, va in onda dagli anni trenta, quando in Sud America probabilmente manco ci avevano ancora la corrente elettrica.
    Questa precisazione serve per sottolineare una piccola, determinante differenza tra le soap e le telenovelas: le seconde, a differenza delle prime, che puntano a battere il record di durata del Cristianesimo, durano una Quaresima incrociata con una calenda greca, ingarbugliandosi sempre più e allontanandosi di interi continenti dalla storia principale, ma poi, ad un certo punto, nun ce sta' niente da fa', hanno da comincia' a rimette a posto le cose con un fottìo di colpi di scena e agnizioni, perché poi FINISCONO. Ai miei tempi (io sono una progenitrice del pubblico telenovellistico, avendo visto LA SECONDA telenovela che sbarcò in Italia, quel Dancin' Days di mitica memoria, con la stratosferica Sonia Braga) duravano un anno al massimo, oggi non saprei.
    (Nel 1993 sono stata iscritta al fan club del protagonista di Corazon Salvaje, telenovela messicana di cappa e spada che folgorò il mio cuore assieme a quello di migliaia di altre donne italiane con gravi carenze psichiche... Già il nome del personaggio, Juan del Diablo, bastava a metterci in subbuglio per ore e giorni. <3 )

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    1. vero, le telenovelas, al contrario di un pregiudicato di nostra conoscenza, terminano..

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  3. Forse una decina di anni fa, aspettavo - all'alba delle 6:00 a.m. - la mia prima dose di mortammazzati che iniziava con Quncy, patologo legale di Los Angeles. Ma poiché veniva trasmesso su Rete 4, l'orario d'inizio era sempre molto elastico e così mi vedevo spesso una "coda" del programma precedente: Esmeralda, telenovela.
    Una droga, porca trota! Morale: anticipo della sintonizzazione at 5:30 per spippettarmi il polpettone dell'orfana cieca, del bellone ricco con fidanzata/antagonista stronzissima... Come hai detto tu.
    Ma nella trappola non sono più cascata, perché davvero crea dipendenza!

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